Totò Savio, napoletano verace, artista completo: chitarrista, cantante, autore, compositore, arrangiatore, produttore, scopritore di talenti, direttore d’orchestra. A sei anni già suonava la chitarra. Già a tredici anni cantava ai matrimoni iniziando così a guadagnare. A quattordici, vinse il concorso nazionale radiofonico e qualche anno dopo il suo nome era iscritto nell’albo d’oro del più grandi chitarristi del mondo. A diciassette anni entra come chitarrista solista a far parte del quartetto “Marino Marini” che otterrà un enorme successo internazionale e, con il quale, per sei anni girò il mondo nei più grandi teatri: l’Olympia di Parigi dove conosce Edith Piaf e Brigitte Bardot, il “Palladium” di Londra con Ella Fiztgerald, Jerry Lewis, Nat King Cole, la “Carnegie Hall” di New York.
Compose musica sin da ragazzo. Nel 1961 lasciò il quartetto Marino Marini per formare un suo gruppo con la moglie Jacqueline al quale diedero il nome di ‘Jacqueline e Totò Savio’.
Tra i suoi brani, scrive “La testa come un pallon” quando era il chitarrista solista del quartetto Marino Marini che diventa un successo internazionale. Vendette un milione di dischi come cantante solista. Era il 1966. Il Maestro Savio scrisse e cantò “Povera pianta”, grandissimo successo in Francia. In quegli anni Totò continuò a suonare la sua chitarra Switch Master Gibson ES5, a cantare e comporre divenendo anche arrangiatore. Nello steso anno, insieme a Jacqueline, sua moglie, firmò il contratto con la casa discografica Durium e un anno dopo, nel ’67, scrisse “Cuore matto” cantata a Sanremo da Little Tony. Precedentemente, il brano venne cantato dallo stesso Totò con il suo gruppo, i “The Shamrocks”. Nel 1969 il maestro Totò Savio scrisse per la grande Caterina Valente “Addio felicità, addio amore”, sigla televisiva della trasmissione “Bentornata Caterina”. Dieci anni dopo, si concentrò prettamente sulla composizione. Per la casa discografica CGD di Sugar scrisse per i più grandi cantanti italiani e stranieri, successi internazionali. Nel 1973, Totò grazie alla sua versatilità, fondò il gruppo degli “Squallor”, il primo vero stile dissacratore contro la censura discografica. Nel ’74 compose “Ritratto di donna”, sigla del telefilm “Diagnosi” con Philippe Le Roy. L’anno successivo registrò il disco “Il padrino – parte II”. Suonò la chitarra da solista, diresse l’orchestra e curò la realizzazione della parte strumentale.
Grazie alla sua creatività, compose per tanti altri artisti. Inventò così Il Giardini dei Semplici, scegliendo dei ragazzi sconosciuti. Li produsse e scrisse per loro, tra le altre, “Miele” (Sanremo), “M’innamorerai”, entrambe entrate in hit parade. Rielaborò “Tu ca nun chiagne” anch’essa prima in hit parade. Questo brano venne scelto come sigla della serie televisiva dei film di Francesco Rosi. Il Maetro Savio partecipò due volte al “Disco per l’estate” e vinse rispettivamente con “Lady Barbara” e “Perché ti amo” (prime in hit parade). Scrisse anche per Massimo Ranieri, Caterina Caselli, Marisa Sannia, Sergio Leonardi, Renato dei Profeti, I camaleonti, Ornella Vanoni, Gianni Nazzaro, Orietta Berti, Gigliola Cinguetti, Milva, Roberto Carlos, Dalidà, Il Puma, diventando anche produttore per Loretta e Daniela Goggi. Sempre negli anni ’80, produsse Michele Zarrillo. Per quindici anni, diresse l’orchestra alla RAI componendo tutte le musiche originali, gli arrangiamenti e tutte le sigle delle trasmissioni RAI alle quali partecipò. La sua ultima composizione fu una commedia musicale.